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Il 6 agosto di venti anni dopo è arrivato e a me sembra ancora incredibile come tutto possa aver avuto inizio e tutto possa essersi tenuto in piedi così meravigliosamente.

Prima Nunziatina, in via Firenze, che con la sua cecità tirava avanti la casa e il figlio Cesarino; poi Flora, in via Russo, poi tutti gli anziani del San Pasquale, poi Gaetanina, poi Nicola, poi tante e tanti altri, poi all’improvviso Pino e Walter.

Sbam! Sorpresa: a Benevento esiste il disagio psichico e non lo sapevamo, nessuno di noi volontari vincenziani lo sapeva! Giovani che erano chiusi in casa, nelle loro schizofrenie, nelle loro depressioni, nella loro disabilità fisica o psichica e che non avevano amici né servizi, solo farmaci ed un po’ di umana pietà da operatori sanitari, di passaggio o stabili, e la solitudine delle famiglie costrette a cavarsela da sole.

Da lì, l’idea: denunciamo sui giornali questo pezzo di vita che nessuno vede, ma facciamo subito qualcosa, apriamo una comunità diurna.

Entriamo in un vespaio: al Dipartimento di Salute Mentale di Benevento ci sono lotte intestine che bloccano ogni progettazione. Alcuni psichiatri liberi pensatori ed alcuni operatori sanitari, che reagivano all’abbandono istituzionale a cui sembravano essere fatalmente destinati, sostengono con gioia il nostro progetto  e si aggiungono a “noi”, quel piccolo gruppo di matti e di Figlie della Carità e di missionari Vincenziani che in un’estate più o meno torrida del 2001 decidono di cogliere l’occasione di una casa temporaneamente vuota della Congregazione, in via Marco da Benevento, per dare inizio a due opere: una missione popolare al Rione Capodimonte ed una Comunità di persone con sofferenza psichica.

Andiamo a studiare in giro per l’Italia come funzionano le comunità e il nome viene quasi da solo “È più bello insieme”! La bellezza prima dell’utilità del servizio, l’unità di un gruppo che si salva solo insieme, al posto dell’individualismo di un welfare “a prestazione”.

Apriamo il campo il pomeriggio del sei agosto, dopo quattro mesi di preparazione dettagliata e di conoscenza delle famiglie che, a loro volta, dovevano fidarsi di noi.

Alcuni volontari “smontavano le tende” della missione popolare appena conclusa, altri attrezzavano la partenza della comunità: laboratori di ogni tipo con le competenze che ognuno portava con sé, teatro, ping pong, cucina, disegno, poesia, giardinaggio, pulizie della struttura in autogestione. Eravamo preparati a tutto, ma in realtà ci sentivamo profondamente impreparati al compito, sapevamo che non era alla nostra altezza per quanto studio ed impegno avessimo voluto metterci.

Sul wolkswagen 17 cavalli delle Suore ogni volta che una nuova persona sale sembra di vivere un momento magico ed irripetibile, Carmelina, Anna, Silvana, Pamela, Elisa…salgono, salutano con grandi sorrisi e si accomodano come se ci conoscessimo da sempre… il sogno ha inizio. È più bello insieme muove i suoi passi come una comunità nascente.

Il campo doveva durare due settimane, poi diventano tre, ma poi non ha mai chiuso e dopo 20 anni siamo ancora qui.

Finito il campo estivo, per due anni ci riuniamo nello Stanzone dei missionari vincenziani, in via Giovanni della Casa. Quando riusciamo ad ottenere l’uso di un bagno ci sembra la più grande conquista di sempre.

Ad aprile 2003, arriva il primo sostegno economico da parte dell’Ambito B1, poi arriva finalmente una prima struttura, nei capannoni di via San Pasquale 66, insieme al Giardino di Oren, ex Scuola media Sannio.

Il Centro cresce a dismisura, i padiglioni non bastano più, siamo oltre sessanta persone tutti i giorni. Arriva finalmente un Ford Transit usato e lo festeggiamo come se fosse un cavallo bianco che porta la liberazione. Dal 2003 al 2007 sono  anni di lotta e di resistenza per non avere l’interruzione periodica del servizio sottoposto ad assurde gare semestrali mentre i servizi semiresidenziali sono per norma servizi stabili (per scelta degli operatori e delle famiglie il Centro non chiuderà mai durante le interruzioni delle gare). Poi arrivano finalmente due grandi notizie dense di futuro: nel 2006 il Centro è il primo ad essere accreditato in Città  come “Centro Sociale Polifunzionale”; nel 2007 il primo piano della Scuola San Modesto si svuota e l’allora Sindaco, Fausto Pepe, lo mette a disposizione in comodato gratuito d’uso per la nostra realtà sociale.

Nel frattempo era nato anche un altro centro dell’associazione, Futuro Down, che pure era allocato presso i padiglioni in disuso di una scuola al Rione Ferrovia. I cittadini e le cittadine con disabilità, nel frattempo, non solo sostengono la vita del Centro, ma con le loro esistenze  fanno nascere nuove opere come Casa Betania, L’Orto di Casa Betania e la piattaforma Libertà Partecipate per le misure alternative alla detenzione.

Gli operatori cambiano e cambiano anche responsabili, ma i veri operatori sono sempre loro, le persone con disabilità che non mollano mai, alcuni cari amici vanno via prima del tempo lasciando vuoti pesantissimi, come MariaCarmela, Ciriaco, Alberto, Pellegrino, Angelo, Maddalena. Ma si va avanti, anche nel loro nome.

Grazie al Centro è più bello insieme entriamo in contatto con il grande parroco di San Modesto, che da lì a poco sarebbe divenuto Direttore Caritas, don Nicola De Blasio. Grazie alla Caritas di Benevento il Centro può generare ancora nuove opere per la disabilità e la sofferenza psichica, che diventano “opere segno”: il Borgo Sociale di Roccabascerana e la Fattoria Sociale Villa Mancini a Ponte. Con don Nicola è un susseguirsi di generatività e di progetti nuovi.

Grazie alla vittoria dei bandi della Fondazione “Con il Sud” possiamo sostenere tutte le nostre progettualità, grazie alle battaglie condivise con l’associazione La Rete Sociale e agli insegnamenti del grande amico Angelo Righetti possiamo far partire, con non poche lotte, la grande storia dei Budget di Salute nell’Asl di Benevento.

Tutti sapete che tra il 2018 ed il 2021 assistiamo attoniti agli attacchi ripetuti da parte della nostra amministrazione comunale guidata da Clemente Mastella contro il Centro È piu bello insieme, fino a dover lasciare la storica sede nel 2019 che viene assegnata ad una sconosciuta cooperativa del casertano che mai aveva operato in città.

Ed è qui ed ora che avviene ancora il miracolo: si compie di nuovo sotto i nostri occhi il Magnificat: I ricchi ed i potenti se ne sono andati a mani vuote, mentre i poveri sono stati saziati. dopo un anno di vagabondaggio e di assenza di una sede stabile, in cui la Comunità “È più bello insieme” ha vissuto come Israele nel deserto, arriva “la notizia”. Grazie al lavoro di ricerca instancabile di Giusy Togna (anche al nono mese di gravidanza è in strada a cercare strutture idonee per una nuova struttura) veniamo a sapere che la sede della Congregazione del Preziossimo Sangue, al Rione Ferrovia, è libera. Francesco Giangregorio si mette all’opera e in poche settimane siamo a Roma di fronte alla Madre generale della Congregazione a discutere della nostra proposta di affitto.

Sapevamo che la sede era quella giusta, ma anche che non potevamo permettercela. Sapevamo, come sempre è accaduto nella nostra storia, che se avevamo la forza di iniziare l’opera e di pagare il primo anno dei canoni di locazione avremo per strada trovato la forza per sostenere le spese future.

Accade esattamente  così. Il comune continua la sua persecuzione, tra vigli urbani e sospensione dei voucher, ma nel frattempo grazie al grandissimo lavoro di Francesco Giangregorio, che è direttore generale del Consorzio, riusciamo a gestire una commessa importantissima di produzione di mascherine con il governo italiano.

Il Consorzio riesce a far lavorare per otto mesi, tra luglio 2020 e febbraio 2021,  119 persone nella produzione di mascherine e reinveste tutti gli utili nelle opere sociali che non hanno sostegno dal pubblico, come il Csp “È più bello insieme”.

Venti anni dopo il Centro “È più bello insieme” è ancora vivo con tutta la sua energia ed è di fronte ad un nuovo inizio: come nel 2001, è un’iniziativa gratuita e libera per tutte le persone con disabilità, è sostenuta direttamente dagli utili del Consorzio Sale della Terra, che sosterrà tutte le spese finché il Comune non tornerà nell’alveo di una amministrazione “normale”.

Da quei soprusi vissuti, dalla marcia degli operatori e delle famiglie di luglio 2018, è nata l’associazione politica Civico22, per cui possiamo dire che se la politica della città dovesse un giorno davvero cambiare lo si dovrà riconoscere a Luigi, a Donatella, ad Eugenia, a Veronica, a Gerarda, a Vincenzo, a Pompeo, a Sergio, a Giovanni, ad Assuntina, a Vincenzino, ai tanti che a partire dalla difesa della loro disabilità hanno spinto perché Benevento si desse una mossa.

Quando il Centro ha chiamato alla mobilitazione la Città ha risposto: oggi festeggiamo, dunque, venti anni di bellezza, di lotta e di resistenza, ma anche un nuovo inizio, una nuova storia d’amore tra il Centro È più bello insieme e la città che lo circonda.

Auguri È più bello insieme!
Auguri a tutte e tutti noi!
Angelo