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Condividiamo di seguito le parole di Roberta Capuano, dell’Area Comunicazione “Sale della Terra”, che nel corso di un viaggio in Palestina ha scoperto un mondo sconosciuto ai più, un mondo nel quale è ben evidente la forza delle donne e la loro voglia di resistere a una quotidianità di soprusi e ingiustizie
Quando ascolti certi racconti la parola resilienza assume un significato che non possiamo nemmeno immaginare.
Mentre si combatte in Ucraina, e il mio pensiero va alle donne che resistono e subiscono violenza ogni giorno da 9 mesi, mi trovo in Palestina: in questi giorni ho conosciuto donne che mi hanno fatto capire il vero senso di questa parola, donne che combattono ogni giorno contro la violenza di un aggressore che minaccia di privarle della loro terra e della loro casa.
E reagiscono costruendo, fondando cooperative agricole di sole donne, supportando l’empowerment femminile e fornendo supporto psicologico e istruzione ad altre donne e ai bambini.
Si parla poco della questione palestinese, ed è più grave di quanto si possa immaginare.
Nonostante i pericoli per il proprio futuro, queste meravigliose combattenti continuano a progettare, a presidiare e a nutrire la propria terra, con un sorriso e, allo stesso tempo, una ruga di preoccupazione sui bellissimi volti incorniciati dal velo. Ad esempio, le donne della cooperativa “Der Al-Sudan Women Entrepreneurs Cooperative for Herbal Cultivation” coltivano uva, ulivi, verdure, producono olio dagli uliveti minacciati ogni giorno e chiedono supporto per migliorare la produzione e passare all’agricoltura biologica.
Sentendo le loro storie, sono sempre più convinta che è nostra responsabilità come esseri umani ascoltare e cercare di fare la nostra parte, bisogna lavorare per abbattere i muri e costruire un dialogo che porti a un futuro più sereno, in qualunque parte del mondo sia necessario.