Napoli, Cinema Modernissimo – Il 13 e il 14 ottobre il Forum Disuguaglianze Diversità ha promosso un importante evento, che ha orgogliosamente visto la nostra rete “Sale della Terra” nella veste di partner, insieme alla Cooperativa Sociale “Agricola Monte San Pantaleone”, la Comunità Progetto Sud, la Fondazione MeSSInA, Officine Gomitoli, Legacoop FVG, la cooperativa sociale Dedalus e Gesco Sociale.
Un percorso cominciato dallo scorso anno, quando Trieste ospitò il convegno nazionale “Impresa Sociale”, nato da un gruppo di operatori del settore della salute mentale, che vide centinaia di persone presenti tra operatori, personaggi della cooperazione e attivisti, e 39 relatori e relatrici provenienti da tutt’Italia e dall’estero, confrontarsi e costruire una marcia critica sul mondo della salute mentale discutendo di cosa significa fare impresa sociale in un momento storico di deriva e rischio di perdita dei diritti e di come sia possibile contaminare la società dello spirito che ha animato la nascita delle cooperative sociali e, più in generale, di ogni impresa collettiva.

La plenaria di presentazione è stata coordinata da Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità e socio della cooperativa Dedalus di Napoli, Giovanna Del Giudice, Psichiatra, Presidente dell’Associazione Conferenza Salute Mentale Franco Basaglia e da Giancarlo Carena, Presidente della Cooperativa Sociale Agricola Monte San Pantaleone.
Il racconto di Trieste, la spiegazione dell’impresa sociale, così chiamata “non per fare riferimento a enti ma come strategia per legare pubblico e privato, qualificare luoghi del degrado, produrre economia e contrastare le disuguaglianze, guardare agli esclusi…”, l’immagine di Franco Rotelli proiettata per farne memoria, ricordando che “nelle settimane dopo Trieste (Rotelli) ha riconvocato il gruppo invitando a dare continuità, creando uno spazio importante di dialogo, delineando nei primi mesi del 2023, poco prima della sua morte, una lista di qualità delle imprese sociali”, da cui sono nati i 5 punti per definire le intraprese sociali, focus dell’evento.
Secondo Morniroli, la necessità è di ripartire dai 5 punti, che possono integrarsi con il supporto di chiunque, per determinare i diritti e creare opportunità; dai diversi gruppi di lavoro che hanno poi lavorato a ogni specifico punto, è successivamente partita la stesura della Carta “aperta” dell’Intrapresa Sociale.

Aldo Bonomi, sociologo e Gaetano Giunta, Fondatore e adesso segretario generale della Fondazione di Comunità di Messina hanno curato i successivi interventi di cornice, volti a fare il punto del percorso tracciato dall’anno prima e a chiarire gli obiettivi e l’organizzazione della due giorni.
Successivamente i presenti sono stati suddivisi in 5 gruppi per discutere, in altrettanti luoghi, dei 5 punti su citati.
Ma, prima, presso il punto di ristoro del Modernissimo, c’è stata una pausa pranzo a buffet a cura di Alimenta Bistrot, apprezzato al meglio da tutti i presenti.
Per “Sale della Terra” era presente Giovanna Zollo, che, presso la Sala del Capitolo del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, ha preso la parola nell’ambito della discussione “Quali alleanze tra pubblico e privato?”, moderato da Giovanna Del Giudice.
Un’ottima occasione per presentare la Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, di cui ad oggi fanno parte 64 comuni, tutti con una popolazione al di sotto dei 5000 abitanti (caratteristica che interessa il 70% dei comuni in Italia); la rete nasce quando alcuni sindaci di piccoli comuni delle aree interne, accomunati da spopolamento, abbandono territoriale e degrado ambientale, decidono di sottoscrivere un Manifesto con punti d’azione ben precisi e condivisi, ovvero: l’accoglienza dei migranti attraverso un sistema strutturato, prima SPRAR, ora SAI; i Budget di Salute per ciò che concerne la tutela delle persone con fragilità; la costituzione delle cooperative di comunità composte da residenti e dai migranti accolti; l’uso di energie rinnovabili.
I progetti di accoglienza SAI sono gestiti direttamente dalle cooperative della Rete di Economia Civile “Sale della Terra”, in co-gestione con i comuni, e questa unità di intenti ha consentito di rigenerare alcuni dei territori caratterizzati da desertificazione e progressivo abbandono.
Sono stati portati gli esempi di Petruro Irpino, comune di 326 abitanti che, aprendosi all’accoglienza, ha visto persone migranti perfettamente integrate nella comunità tanto da decidere di comprare casa e stabilirsi lì; inoltre sono stati creati servizi estivi per i più piccoli e numerose iniziative che hanno consentito di ravvivare la piazza.
Altro esempio di sviluppo territoriale frutto della cooperazione di comunità è quello di Ilex a Pietrelcina, che ha rilevato la villa comunale in disuso dal 2015, facendone un Ecoparco con area giochi, chiosco e tanto spazio verde, creando un servizio di cui il territorio aveva fortemente necessità.
La seconda giornata si è focalizzata con la “raccolta dei frutti” dei lavori svolti dai gruppi, con riflessioni e integrazioni finali, utili per la scrittura di una Carta “aperta” dell’Intrapresa Sociale, che verrà definita in seguito ad altre giornate di lavori.
Ci aspettano grandi novità!