Giovedì 27 ottobre, presso la sala formazione della nostra sede, si è tenuto un incontro di formazione dedicato ai coordinatori dei SAI – Sistema Accoglienza Integrazione – della nostra Rete.
Dopo aver dato il benvenuto ai nuovi coordinatori degli ultimi SAI entrati nel “Sale della Terra” – Anacapri (Na), Potenza e i due dalla Sicilia, San Salvatore in Fitalia (Me) e Bisacquino (Pa) – la Responsabile dell’area coordinamento SAI Mariaelena Morelli ha aperto l’incontro rispolverando i principi cardine e gli obiettivi principali dei progetti di accoglienza: in primis l’attivazione di processi di empowerment, la riconquista della consapevolezza di sé e delle proprie potenzialità, mettendo al centro del processo la persona e le proprie abitudini; i beneficiari, infatti, non sono fruitori passivi di servizi ma, nel loro percorso, devono assumere un ruolo di protagonista attivo.
In seguito ci sono stati alcuni cenni storici, dalla nascita del primo sistema pubblico per l’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati nel 2001, alla nascita dello SPRAR e all’evoluzione in SIPROIMI prima e in SAI poi, con la distinzione tra primo e secondo livello, e dopo aver sciorinato alcuni numeri sulle persone accolte ogni anno, è stato fatto il punto sulle competenze in capo ai coordinatori: il coordinamento degli operatori e gestione delle risorse umane, la conduzione di riunioni periodiche, la gestione di rapporti tra il progetto di accoglienza e l’équipe con le istituzioni locali e gli attori del territorio, la promozione di accordi con i servizi presenti sul territorio, oltre che la promozione di occasioni di formazione e aggiornamento.
Sono stati quindi esposti i tre tipi di inserimenti – in una rete, lavorativo e abitativo – che caratterizzano le presa in carico dei progetti di accoglienza dei SAI “Sale della Terra”, esposti tutti i ruoli e le competenze di ogni membro dell’équipe, per poi aprire un focus sull’importanza della presa in carico individualizzata, ovvero cucita a misura sulle attitudini e sulle capacità della singola persona, rimarcando la centralità di quest’ultima come punto cardine del percorso di accoglienza.
Un approfondimento importante c’è stato sul rapporto da intrattenere con i beneficiari affinché questi possano raggiungere gli obiettivi preposti, senza instaurare un rapporto di dipendenza ma favorendo quella conquista di autonomia che rappresenta il primo obiettivo all’uscita del progetto di accoglienza.
Un momento di confronto e di discussione molto interessante, con i coordinatori più “navigati” che, forti della propria esperienza, hanno dato consigli preziosi sulle criticità più ricorrenti e sulle soluzioni adottate per superarle. Nel nostro di lavoro, infatti, crediamo fortemente che il dialogo tra realtà, anche molto diverse tra loro, rappresenti il modo migliore per superare ogni difficoltà legata al proprio ruolo.