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Le immagini dell’incontro “La tutela del minore: diritti, culture e responsabilità” promosso dall’Università Giustino Fortunato
 
La visione del film “Ashraqat” – frutto del laboratorio di Enzo Mirone e Ilaria Masiello di Immaginaria Coop Sociale Onlus insieme ai beneficiari del SAI Petruro Irpino “Sale della Terra” durante la pandemia – ha consentito di predisporre tutti i presenti, in gran parte operatori dei SAI della Rete Sale della Terra , su un piano emotivo di condivisione molto forte.
 
Il racconto – testimonianza dei minori giunti in Italia e accolti nei nostri SAI ha consentito un parallelo continuo con l’Odissea, che contiene molte similitudini con il viaggio affrontato dai migranti.
 
Dal racconto delle loro storie in questi anni emergono diversi trascorsi che fanno sì che la loro vita prima del viaggio e il viaggio stesso (dalla durata di anni, con le relative tappe intermedie contraddistinte da eventi traumatici come prigionia, abusi sessuali, violente fisiche, torture, incontri con le reti criminali che ne sfruttano la vulnerabilità) rappresentino una vera Odissea che non termina con l’arrivo in Italia, ma anzi ne precede una nuova.
 
Le condizioni spesso inadeguate dei centri di accoglienza, i tanti complicati passaggi burocratici per ottenere il permesso di soggiorno, l’ottenimento di ogni diritto, dall’anagrafica all’iscrizione al sistema sanitario, tutti elementi che possono agire come fattore ri-traumatizzante, sugli adulti ma ancor di più sui minori.
 
«La minore età è certamnete un fattore di maggiore vulnerabilità ma può rappresentare anche una risorsa – ha affermato Mariaelena Morelli, Responsabile dell’Area Coordinamento SAI e Anti Tratta per la nostra Rete, nel corso della riflessione successiva alla proiezione – per la leggerezza e il disincanto con cui affrontano la vita; infatti abbiamo spesso notate che i minori sono coloro che superano più facilmente lo shock da transculturazione, imparano più rapidamente la lingua e stringono relazioni con i propri coetanei con meno problemi.»
 
Dopo aver analizzato tutti gli aspetti connessi al trauma delle migrazioni forzate è stato aperto l’argomento della crescita post-traumatica, richiamando un concetto introdotto da Viktor Frankl, psicoterapeuta sopravvissuto ai campi di concentramento, che ha postulato la possibilità di superare il trauma – in quanto interruzione della continuità dell’esistenza di vita – inserendo da quest’interruzione un nuovo inizio e nuove opportunità. Pertanto il dibattito si è focalizzato su come gli operatori sociali possano promuovere questo inizio e sostenere al meglio l’accoglienza, oltre alla necessità di mantenere una prospettiva transculturale che non trascuri gli aspetti legati alla cultura di appartenenza.
 
il film “Ashraqat”, presentato alla rassegna Quartieri di Vita 2020 della Fondazione Campania dei Festival, nell’ambito del Campania Teatro Festival, è visionabile gratuitamente al seguente link ⤵️