Mariaelena Morelli, coordinatrice dell’area SAI della nostra Rete, ha commentato con le seguenti parole il D.L. n.20/2023:
“A 50 giorni dal naufragio al largo delle coste di Steccato di Cutro, il D.L. n.20/2023 sembra porsi in senso anacronistico e restrittivo rispetto al momento storico attuale, all’esigenza di tutelare tanto i diritti dei migranti quanto le comunità accoglienti.
Gli emendamenti di conversione del c.d. Decreto Cutro faciliteranno lo smantellamento del sistema pubblico di accoglienza gestito dagli Enti Locali, negando l’accesso dei richiedenti asilo nel Sistema SAI (Sistema Accoglienza e Integrazione) e il contestuale potenziamento degli hotspot e dei centri di accoglienza straordinari.
Lo scarso livello dei servizi che verranno erogati ai richiedenti asilo nei centri provvisori (esplicitato anche nella relazione tecnica allegata agli emendamenti proposti in riferimento all’art. 5 del decreto in cui si legge “verranno erogate prestazioni di accoglienza inferiori e ridotte”) potrebbe relegare le persone accolte a una condizione di isolamento e di emarginazione, privandoli di una presa in carico olistica finalizzata all’inclusione nella nuova realtà territoriale. Questo aumenterà il rischio di fenomeni di ghettizzazione e di devianza sociale.
Il Sistema di Accoglienza Straordinaria ha già evidenziato in questi anni rilevanti criticità. Non può essere un sistema funzionante in quanto sistema “informale” di accoglienza attraverso luoghi temporanei, affidati a enti di diversa natura spesso privi di un’adeguata formazione professionale. L’assistenza sanitaria, legale, la mediazione linguistico e culturale così come l’insegnamento della lingua italiana sono elementi carenti e in alcuni casi del tutto assenti nei centri temporanei nonostante il valore che rivestono ai fini della realizzazione dei percorsi di inclusione delle persone migranti. Spesso vittime di violenze, torture, trattamenti inumani e degradanti, arrivano sul nostro territorio portando con sé ferite psicologiche importanti. E’ indispensabile un approccio mirato per dar loro la possibilità di superare le ferite, che siano fisiche o invisibili.
Gli emendamenti proposti inoltre prevedono la possibilità di inserimento nei progetti SAI dei richiedenti asilo vulnerabili o provenienti da specifiche zone geografiche che giungono in Italia tramite i Corridoi Umanitari, con una irragionevole disparità di trattamento nei confronti di persone provenienti dalle medesime aree geografiche ma che giungono in Italia in maniera irregolare. A tali persone resterà interdetta l’opportunità di accedere ai servizi di accoglienza di secondo livello che riguardano l’integrazione delle stesse nel tessuto della comunità ospitante.
Ancora oggi ci troviamo di fronte a un sistema fondato su una normativa frammentaria, stratificata in una serie di leggi e decreti che rischia di causare da un lato un peggioramento della condizione dei migranti, dall’altro un impatto negativo non sui territori.
Chi vive quotidianamente il mondo dell’accoglienza, spendendosi affinché siano garantiti i diritti delle persone accolte, prodigandosi in modo che alle stesse venga data la possibilità di ricostruire vite interrotte, non può non esprimere il proprio sconcerto di fronte a simili proposte normative, scelte vanno in totale opposizione a quello che dovrebbe essere uno Stato di diritto.”