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Le azioni di punta della Rete “Sale della Terra” sono volte all’obiettivo di inclusione sociale e lavorativa di persone in fasce di fragilità: dall’accoglienza integrata dei migranti tramite i SAI ai percorsi di riconquista di autonomia di vita di persone con disabilità, con le attività svolte nei Centri Sociali Polifunzionali, fino ad arrivare ai progetti di inserimento socio-lavorativo per ex detenuti, detenuti e persone che possono usufruire di pene alternative.
 
 
 
Il primo progetto di misura penale alternativa è stato nel 2003, quando avviammo progetti personalizzati per 8 persone che dovevano scontare le loro pene occupandosi di servizi penali. Da allora abbiamo incrociato il mondo della pena e non abbiamo mai smesso di impegnarci per una pena che fosse “umana” ed anche “utile”. Abbiamo parafrasato in questo modo uno dei comandanti più importanti di Gesù: ”Vivi la pena dell’altro come se fosse la tua”’. Da lì in poi abbiamo iniziato a sognare di non fare semplicemente “progetti per il carcere” ma di partecipare concretamente al percorso di liberazione interiore ed esteriore della popolazione detenuta e condannata a misure alternative. Nel 2012, dopo nove anni di impegni, nacque così la Piattaforma “Libertà Partecipate”, la prima piattaforma di impegno condiviso tra Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Benevento, Casa Circondariale di Benevento, Caritas di Benevento, Comune di Benevento, Centro per l’Impiego e le realtà del terzo settore che poi confluirono successivamente nel Consorzio Sale della Terra. Da allora abbiamo preso in carico nelle nostre opere sociali ed imprenditoriali circa 150 persone dell’area penale.
 
 
Nella prima indagine del 2014 scoprimmo che il dato della recidiva penale (la propensione a commettere nuovamente reati) era molto più basso tra coloro che avevano frequentato i nostri progetti rispetto al periodo precedente all’incontro con noi (“Libertà partecipate. storie di una pena andata a buon fine” il titolo del dossier del 2014 che potete leggere qui: https://issuu.com/giusep…/docs/libert___partecipate_ultimo )
La responsabile di Libertà Partecipate è Adele Caporaso, psicologa e coordinatrice dell’area penale, che cura in prima persona i singoli percorsi ed i rapporti istituzionali con gli enti territoriali, in linea con il principio di funzione riabilitativa della pena sancito dall’art. 27 della Costituzione: nella realtà troppo spesso accade che il giudizio penale rappresenti un pregiudizio sociale incancellabile, determinando una sorta di status di pena aggiuntiva.
Una delle numerose e stabili iniziative legate alla piattaforma è il progetto “Buono e Giusto. Agricoltura e logistica per l’inclusione sociale” (finanziato dal Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità – Ufficio Distrettuale di esecuzione penale esterna di Salerno e realizzato dalla Cooperativa Sociale “Il Melograno”) che anche nel corso del 2020 ha visto 8 beneficiari intraprendere percorsi di inserimento in agricoltura sociale, dedicandosi alla coltivazione e trasformazione dei prodotti fino alla vendita degli stessi, in un ruolo di gestione del market: la buona riuscita del progetto è testimoniata dai risultati raggiunti e dalla volontà espressa dai partecipanti di continuare il percorso di know – how oltre il termine del tirocinio formativo, potenziando così sia le competenze professionali che le capacità relazionali.
 
 
“Buono e Giusto” ha rappresentato proprio questo: uno scenario di “buoni” scambi di sapere in grado di intercettare con il “giusto” parametro risorse valide e potenzialmente talentuose.
 
 
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