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«La politica del Sud si è sostanzialmente ridotta, negli ultimi decenni, al trasferimento di risorse finanziare, nell’illusione che questo determinasse automaticamente sviluppo. Ma l’esperienza dimostra che se il sostegno non incrocia la responsabilità e la vitalità delle comunità locali, diventa assistenziale e genera dipendenza. Bisogna invece investire, come condizione prima ed essenziale, nello sviluppo del capitale umano e sociale».
È questo Il Capitale che serve, di cui Carlo Borgomeo, Presidente di Fondazione CON IL SUD, ha discusso nel corso della presentazione del suo libro, avvenuta la scorsa settimana nel Piccolo Teatro Libertà di Benevento 📖
Durante la presentazione del libro “Sud. Il Capitale che serve“, organizzato dalla Fondazione di Comunità di Benevento e dal Laboratorio per la felicità pubblica, in collaborazione con il Consorzio Sale della terra e Base Benevento, sono intervenuti Angelo Moretti, Presidente della Rete “Sale della Terra” e della Fondazione di Comunità di Benevento, Ettore Rossi, coordinatore del Laboratorio per la felicità pubblica, Francesco Saverio Coppola, Economista e Segretario generale dell’Associazione Guido Dorso, con le conclusioni affidate proprio all’autore del libro Carlo Borgomeo
Quest’ultimo ha discusso dell’importanza di una #Fondazionedicomunità per lo sviluppo economico e sociale del territorio, oltre a raccontare il capitolo dedicato alla nostra Rete #SaledellaTerra nel libro, “il welfare dell’accoglienza”, sottolineando come il terzo settore rappresenti una componente essenziale per promuovere il capitale sociale e porsi come leva di sviluppo
«La teoria di Borgomeo – ha affermato Angelo Moretti, Presidente della Rete “Sale della Terra” e della Fondazione di Comunità di Benevento – ovvero “il sociale è una pre-condizione dello sviluppo”, in realtà è una pratica ben sperimentata. Non è possibile generare una teoria quando manca la coesione, non è possibile generare modelli economici funzionanti e duraturi dove la coesione sociale si disperde. La riflessione che sorge dal libro è la chiave di volta di cosa dovremmo fare tutti insieme in quanto comunità: il nostro futuro è guardare la capacità del sud di trovarsi al nord meridionale, ragionando su due fattori.
Ovvero, in che modo questo nord meridionale può capovolgere lo sguardo del nostro dialogo e quali sono le persone con le quali dovremmo avere necessità di costruire le basi solide, le alleanze e gli interscambi di infrastruttura sociale. Dobbiamo dunque sentirci parte di questa comunità».
Foto di Gianpaolo De Siena