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La nostra Rete raccontata in un capitolo del libro “Sud. Il capitale che serve”, edito da Vita e Pensiero e scritto da Carlo Borgomeo, Presidente di Fondazione CON IL SUD.
Il testo offre un’ottima lettura della storica ‘questione meridionale’, fornendo degli spunti interessanti sia sulle cause del divario nord-sud (con tutte le conseguenze del caso, in primis l’esodo giovanile di massa) sia sul ‘capitale umano e sociale’ su cui investire per avere speranza per il futuro; e tra le esperienze concrete nate al Sud da gente del Sud per lo sviluppo economico e sociale di territori e persone del Sud, siamo orgogliosi di annunciare che ci siamo anche noi, nel capitolo titolato “Il welfare dell’accoglienza”
Viene raccontata in maniera precisa e puntuale la nascita della nostra Rete e l’evoluzione di consolidamento dei percorsi di inclusione sociale, di welfare di comunità e di imprenditorialità delle nostre cooperative fondatrici
Si citano le diverse nascite alle nostre radici, dal CSP E’ più bello insieme – centro sociale polifunzionale, “centro sociale polifunzionale per la socialità e la qualità di vita delle persone disabili, il primo per l’intera provincia”, poi un orto sociale (il Caffè dell’Orto – Fattoria Sociale Orto di Casa Betania); poi una piattaforma per i percorsi personalizzati delle misure alternative (la piattaforma Libertà Partecipate); poi una comunità educativa per minori (la Gabbianella e il Gatto); poi un borgo sociale per la doppia diagnosi (Borgo Sociale Regionale Di Roccabascerana); poi una fattoria sociale (Fattoria sociale Villa Mancini), un albergo diffuso (Albergo Etico Diffuso Campolattaro #W&W), una rete di comuni accoglienti (i Piccoli Comuni del Welcome ), un bistrot, due bistrot (gli Alimenta siti a Benevento, Lecce e Milano) e così via..
La spinta è stata sempre quella che ha messo in moto l’intera esperienza: provare a garantire occasioni di benessere per le persone fragili costruendo percorsi lavorativi dignitosi ma soprattutto ‘vocazionali’.”
Sale della Terra d’altronde è proprio questo: un welfare che c’è ma non si vede, proprio come il sale, che quando è nella giusta misura nei cibi li rende saporiti proprio nel suo scomparire. Se il welfare è troppo presente, si vedono infrastrutture pesanti che si preoccupano delle strutture e della loro sostenibilità economica, prima che del percorso personalizzato del soggetto fragile preso in carico; se il welfare è assente, si vedono diritti negati e degrado sociale.
Quando il welfare è presente nella giusta misura, le persone prese in carico lavorano e partecipano alla ‘loro’ azienda e la migliorano e la fanno crescere. Ed è questo il principio ispiratore di Sale della Terra 
Un welfare che nasce dall’opposizione alla logica della marginalizzazione delle fragilità, concretizzato ad esempio nell’impegno di mettere in funzione i Progetti Terapeutici Riabilitativi con Budget di Salute, o nel contrasto della logica dei CAS (i Centri di accoglienza straordinaria per migranti) che infestavano le aree rurali con evidenti mercimoni sulle spalle dei migranti, spingendo invece verso la logica delle governance comunale dell’accoglienza e dell’integrazione dei richiedenti asilo, che ha portato alla nascita della rete dei Piccoli Comuni del Welcome