Si è tenuta stamattina la firma del Protocollo di Intesa tra il Tribunale di Benevento, l’UEPE, il Garante Campano dei Detenuti e la Rete “Sale della Terra”, con l’obiettivo di realizzare programmi di intervento formativi, lavorativi e ricreativi di varia tipologia da realizzarsi in partenariato e finalizzato, nello specifico, alla sistemazione dell’Archivio al Tribunale di Benevento, mediante il ricorso a forme di collaborazione volontaria di persone sottoposte a misura alternativa alla detenzione. Tale attività si inserisce nel solco della giustizia riparativa quale forma indiretta di riparazione all’illecito penale commesso.
«Il senso di questo protocollo – ha dichiarato il Presidente del Tribunale di Benevento, Marilisa Rinaldi – è di consentire una possibilità di reintegrarsi anche a chi ha sbagliato. D’altra parte è l’articolo 27 che ce lo chiede e ce lo impone. L’informazione dovrebbe favorire il messaggio per cui la detenzione non è l’unica riparazione del reo, bensì educare colui che ha commesso un crimine è ciò che ne consente la risocializzazione. Dando dei piccoli segnali possiamo favorire il reinserimento di quante più persone possibili, rendendo un servizio alla società».
«La firma del protocollo prevede l’avvio di un progetto – ha preso la parola Marisa Bocchino, Direttore dell’Ufficio di esecuzione Penale Esterna – frutto della collaborazione avviata già da tempo con il Tribunale di Benevento, per cui ci saranno persone in esecuzione penale esterna che si occuperanno della sistemazione dell’archivio del Tribunale di Benevento. La comunità, in tutte le sue istituzioni pubbliche e private, offre un’occasione di reinserimento sociale tramite le misure alternative, che siano esse attività lavorative, di volontariato, anche occasioni solo di tipo relazionale, ma tutto è utile per il reinserimento in società delle persone sottoposte a giudizio penale, cercando in ogni modo di evitarne la recidiva.
Questo progetto parte con il sostegno del garante Campano dei Detenuti, della Rete “Sale della Terra” con cui il nostro ufficio ha un rapporto consolidato da anni e con la loro collaborazione permetteremo a queste persone di sperimentarsi in un percorso diverso».
Intervenuto anche il Presidente Angelo Moretti, che ha voluto prima ricordare come le pene alternative abbiano nel nome dell’Avv. Alberto Simone una grande storia, per poi ribadire il concetto di rieducazione della pena:
«La Costituzione d’altronde non parla di carcere ma di pena, che deve essere rieducativa: tutte le forme possono essere utili purché si arrivi a un risultato che è quello in cui la società civile partecipa alla rieducazione, quando invece troppo spesso accade che dentro al carcere ci si dimentichi delle persone che entrano.
Questa collaborazione nel quale vediamo insieme il Tribunale, il Garante Campano dei Detenuti, l’UEPE e il Terzo Settore, sono esempi di una città che si riunisce e definisce il proprio lavoro con un obiettivo comune: l’art. 27 della Costituzione, una pena che sia anche rieducazione».
Samuele Ciambriello Garante Campano dei Detenuti ha infine dichiarato:
«Le misure alternative al carcere in Campania sono 12.000, su 77.000 in Italia; si tratta di persone il cui giudizio penale risulta spesso incancellabile, anche se si tratta di ex – detenuti sembra che la loro pena, agli occhi dell’immaginario comune, non debba finire mai.
La buona notizia è che la Regione Campania proprio oggi farà partire un avviso pubblico nell’ambito del quale i comuni assumeranno con borse lavoro alcune persone in misura alternativa.
Poi c’è da considerare che molti detenuti sono senza fissa dimora, per cui faremo un investimento nel quale daremo un contributo alle associazioni e alle cooperative che accoglieranno negli ultimi 6 mesi di detenzione i detenuti senza fissa dimora. Infine, un investimento annuale verrà fatto sugli assistenti sociali, dentro e fuori le mura, che risultano ancora troppo pochi rispetto all’impegno quotidiano che la loro figura richiede.»