Il racconto del nostro progettista Antonio Luongo.
Il 17-18 e 19 presso il Granaio Comunale di Roseto Capo Spulico si è tenuto il primo workshop di progettazione partecipata “Per una Roseto Capo Spulico ad esclusione zero”, tre giorni di laboratori, coprogettazione e attività di animazione territoriale aperti a tutta la popolazione. Promotori dell’evento sono il Comune di Roseto Capo Spulico, la rete dei Piccoli Comuni del Welcome, il Consorzio Sale della Terra, la Fondazione con il Sud, NeXt Nuova economia per tutti.
Obiettivo della tre giorni è quello di “mettere a sistema un masterplan, un piano nel quale si innervano le azioni da introdurre. Zero esclusi dunque. Bisogna lavorare affinché una piccola comunità includa tutta la sua popolazione. Una buona progettazione, infatti, può far sentire tutti connessi rispetto al luogo in cui si vive”, queste le parole di Angelo Moretti, coordinatore dei laboratori.
Nella suggestiva sala del granaio la comunità di Roseto ha l’opportunità di conoscersi e confrontarsi sui bisogni, le criticità, i desideri per un borgo solidale e inclusivo. “Una scommessa larga. Un esperimento sociale unico, corposo. Il percorso con il consorzio sale della terra e la rete dei piccoli comuni del welcome è agganciato con una delle linee di sviluppo del comune di Roseto. Obiettivo della nostra amministrazione è quello del benessere dei propri abitanti durante tutto l’arco dell’anno”. Le parole della Sindaca Rosanna Mazzia accompagnano i lavori della comunità: le attività di progettazione partecipata sono trasversali, vanno dalla creazione di focus group, allo svisceramento dei desideri e delle minacce, dalle passeggiate di osservazione partecipata per la marina, la civiltà del paese e il borgo storico, alla presentazione di idee attraverso una esposizione di buone pratiche, fino ad arrivare alla stesura di una bozza di piano di sviluppo.
La costruzione di una cittadella dei servizi gestita dai cittadini, per i cittadini, il co-housing diffuso, la riapertura di botteghe artigiane unite ad spazio co-working che funga da incubatore di idee innovative, il recupero del circolo velico per l’avvio di una scuola di surf, la creazioni di orti sociali e la piantumazione di alberi da frutto sul lungomare, sono alcune delle idee uscite dalla tre giorni, frutto della sinergica e partecipazione di giovani, anziani, ragazze e ragazzi che sono tornati e hanno deciso di passare la propria vita a Roseto, associazioni culturali, disabili, migranti e amministratori.
Un corpo sociale che vuole essere coeso, e lo fa attraverso la stesura di un masterplan condiviso, un insieme di progettazioni tematiche su turismo, decoro urbano, strutturazione di spazi aggregativi, soluzioni ambientali ad impatto zero. La vitalità dei piccoli borghi si misura anche da questo: umanità, partecipazione dal basso, approccio proattivo possono fare da volano per il rilancio di tutte le piccole comunità, senza escludere nessuno.