di Gabriella Debora Giorgione –
Sarab ha sei anni, Youssef cinque e sono i figli di Donatella Nicolella, Dirigente della Rete di Economia civile “Sale della Terra” nella Segreteria amministrativa e nella contabilità.
Hanno occhi profondi e scuri e sono due bambini bellissimi nei loro tratti marocchini. Il papà, Khalid, marito di Donatella, arriva in Italia nel 2002, poi si trasferisce per qualche tempo a Parigi da sua sorella per poi fare ritorno in Italia, dove sceglie San Salvatore Telesino come terra stabile in cui fermarsi e mettere radici.
Khalid lavora in un pub egiziano ed è lì che Donatella, con un gruppo di amiche, una sera va a cena per qualche ora di relax. I due si incontrano tra i tavoli, scoppia la scintilla e, da allora, non si sono più lasciati.
«Non è stato facile far accettare alla mia famiglia un fidanzato straniero, arabo e musulmano – ammette Donatella – l’ansia era comprensibile, però poi hanno imparato a volergli bene, conoscendolo»: in realtà alla famiglia Nicolella parla bene di Khalid anche un’altra famiglia di San Salvatore, che in qualche modo aveva “accolto” il giovane, sostenendolo negli anni visto che lui era completamente solo.
San Salvatore Telesino oggi conta quasi quaranta famiglie marocchine che lì vivono stabilmente, ma di sicuro i primi arrivati hanno dovuto faticare per integrarsi e far cadere ogni paura e diffidenza. Ma si tratta pur sempre di una comunità piccola, quindi intrecciare relazioni positive non poteva essere un problema.
«Khalid non ha mai amato le città grandi – spiega Donatella – preferisce il paese, una vita più a misura d’uomo, dove tutti siamo una famiglia. Khalid a fine 2018 è diventato cittadino italiano, così come italiani sono i nostri due figli», spiega Donatella che, però, nasce e cresce a Frasso telesino, a qualche chilometro di distanza da San Salvatore.
La famiglia Nicolella ha quattro figlie: oltre a Donatella, ci sono Imma, Sonia e Francesca. Papà Giuseppe fa il falegname, mamma Giuseppina è dedita alla cura della famiglia.
Donatella vive una infanzia serena, tra l’oratorio, la parrocchia, l’Azione cattolica e tanti cugini e la nonna che era il punto forte di riferimento per lei e per gli altri nipoti: «E’ morta poco dopo il mio matrimonio – e la voce le si interrompe per la forte emozione del ricordo – nonna era speciale, mi ha sempre sostenuta, pensa che lei è stata l’unica che ha fin da subito accolto Khalid e che gli ha voluto bene appena conosciuto. Ancora oggi io soffro immensamente la sua mancanza».
A Donatella, quando era ancora piccolina, viene diagnosticata una malattia genetica rarissima: la Sindrome di Parry Romberg (atrofia emifacciale progressiva): al Gaslini arriva anche un’équipe dalla California ad occuparsi di lei e per fortuna la sindrome non è andata avanti di molto, ha solo lasciato un lieve segno sul volto.
Dopo il diploma al Ragioneria, Donatella si iscrive a Giurisprudenza e contemporaneamente fa il Servizio civile all’ANPAS (insieme ad Anna Rainone e a Veronica Norelli che, insieme a lei, successivamente entreranno in “Sale della Terra”), la cui Presidente collaborava con Angelo Moretti su alcune progettazioni ed è così che Donatella lo conosce.
Nel 2012, col bando sociosanitario di Fondazione “Con il Sud” e la progettazione del “Si può fare”, la collaborazione tra Donatella ed Angelo si rafforza, poi arrivano il progetto “Giovani resilienti” e quello sul Bosco sociale di Roccabascerana. Nel 2014 Donatella è assunta da “Il Melograno”, la Cooperativa sociale presieduta da Moretti, poi dal 2016 da “Delfini di Terra” della quale Donatella adesso è Presidente e che è costituita da ben cinque donne.
In mezzo, l’alluvione del 2015, la nascita del suo primo bambino, l’attesa del secondo figlio. Ed è qui, all’ultimo mese di gravidanza, che Donatella – mentre era immobile a letto perché rischiava di perdere il bambino – scopre di avere un tumore al seno.
Decide, insieme ai medici, di portare a termine la gravidanza e poi di pensare a sé. Youssef nasca, ma con un problema al cuore. Lo spavento è tanto, tutto insieme è davvero durissimo, da sopportare.
I medici però, dopo le indagini, la rassicurano: il cuoricino di Youssef crescerà forte e sano, è stato solo un brutto spavento.
Adesso toccava a lei.
Donatella chiama Angelo, che era in Albania, e chiede aiuto per sé: bisognava trovare un senologo e poi forse anche un chirurgo e Donatella non sapeva a chi rivolgersi. E’ un attimo, il giorno dopo Pasquale Zagarese la visita e inizia per Donatella un complesso periodo di cure durissime e, alla fine, non resta che la mastectomia.
Khalid, intanto, si occupava dei due bambini piccolissimi, quindici mesi di distanza uno dall’altro. Donatella, sfinita dalla chemio e delle cure, riposava e cercare di combattere la battaglia più dura di tutta la sua giovanissima vita.
«Per fortuna avevo il mio lavoro – mi dice – da casa cercavo di seguire i miei progetti e tutte le mie pratiche, non volevo mollare, dovevo sentire che andavo avanti, che sarei tornata quella di prima. Insieme all’amore per i miei figli e la mia famiglia, è stata la “ragione” che mi ha portata fuori da quell’incubo».
Lei non lo sa, ma mi sta dando una lezione preventiva di forza che mi commuove e che fra qualche tempo forse mi servirà.
«Non ti so dire, con precisione, che cosa è “essere Sale della Terra” – chiude – chi viene dal volontariato, dalla Caritas, lo “sa” perché lo “è” ogni giorno. “Sale della Terra” per me è “accoglienza”, io non mi sono mai sentita diversa, mai sentita isolata o da sola. Per me lavorare e vivere in “Sale della Terra” è un fatto del tutto “naturale”, senza pensarci troppo su».
Già, “naturale”…come ho fatto a non pensarci prima?
- Donatella piccolina
- Donatella con la sorella Imma
- Le quattro sorelle Nicolella
- Donatella, Kalid, Sarab e Youssef
- Natale 2019. Da sinistra, Sonia, Donatella, Imma e Francesca